Le nuove misure restrittive proposte per il turismo minacciano la libertà di movimento e lo sviluppo economico. L’innovazione è la chiave per salvaguardare entrambi.
“Viaggiare rende modesti. Ci mostra quanto è piccolo il posto che occupiamo nel mondo”, ha scritto Gustave Flaubert, il celebre autore francese del capolavoro Madame Bovary, riflettendo sul valore culturale e personale dell’esplorazione. Il turismo, nelle sue varie forme, ha sempre rivestito un ruolo fondamentale per l’umanità. Fin dall’antichità, i viaggiatori si sono mossi per esplorare terre sconosciute, conoscere culture diverse e creare connessioni con popoli lontani.
Dai pellegrinaggi religiosi alle rotte mercantili, il desiderio di scoprire il mondo è stato motore di scambi, innovazione e progresso, portando benessere e sviluppo nelle aree visitate, come ne era ben consapevole Johann Wolfgang von Goethe, per il quale: “Quando viaggiamo, ci mettiamo sulla strada per diventare migliori e più completi, scoprendo ciò che siamo attraverso ciò che il mondo è”.
Con il tempo, il turismo è diventato un settore economico complesso e articolato, sostenuto da infrastrutture e servizi che ne hanno amplificato la portata globale. Oggi, in un mondo sempre più aperto e tecnologicamente avanzato, il viaggio costituisce non solo una via di arricchimento personale, ma anche uno strumento di crescita economica e sociale, un mezzo di libertà e di interazione culturale.
Rappresenta infatti una delle espressioni più pure della libertà individuale che si esprime nel mercato libero e porta benefici che vanno oltre il profitto e contribuiscono alla crescita sociale, culturale ed economica delle società.
In sostanza, il turismo non è solo svago, ma una forma avanzata di interazione sociale ed economica, basata sul principio della libera circolazione, oltre a rappresentare un pilastro essenziale dell’economia. Soprattutto in Paesi come l’Italia, ricchi di storia, arte e cultura, nei quali non si limita a sostenere settori........