Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy dovrebbe presentare, questa settimana, il suo attesissimo “Piano della Vittoria” all’Amministrazione statunitense. Mentre i dettagli del piano di Zelenskyy devono ancora essere resi pubblici, dovrebbe essere già ovvio che qualsiasi seria proposta di pace deve includere un significativo incremento dell’attuale supporto militare all’Ucraina assieme a credibili impegni di sicurezza a lungo termine, in grado di salvaguardare il Paese da ulteriori attacchi russi. In assenza di tali condizioni, ha poco senso per Kyiv accettare una pausa temporanea nelle ostilità che legittimerebbe l’aggressione russa e porterebbe a un indebolimento della posizione dell’Ucraina. A più di due anni e mezzo dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala, ci sono attualmente poche indicazioni che Vladimir Putin abbia qualche interesse per la pace. Invece, il despota russo non fa mistero del suo continuo impegno per la distruzione dello Stato ucraino.
Mentre il Cremlino esprime spesso la sua disponibilità a negoziati di pace, i termini che Mosca ha in mente renderebbero la statualità ucraina sostanzialmente impossibile. Putin fa spesso riferimento ai colloqui di pace tenuti a Istanbul durante la fase iniziale della guerra come base per un accordo futuro. Ma le richieste della Russia nella primavera del 2022 includevano la drastica riduzione dell’esercito ucraino a circa il 10 per cento della sua forza attuale, insieme a un impegno per la neutralità ucraina e un veto russo su qualsiasi futuro supporto militare internazionale. In altre parole, Mosca cerca di lasciare l’Ucraina nominalmente indipendente ma completamente alla mercé della Russia.
Questa spinta senza compromessi per la capitolazione dell’Ucraina riflette l’ossessione ben documentata di Putin per........