Mosca potrebbe testare la Nato nell’arcipelago norvegese delle Svalbard
Considerata la retorica bellicosa di Mosca sull’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (Nato) e le minacce di attaccare uno o più dei suoi membri se l’Occidente continua a sostenere l’Ucraina, molti in Russia e in Occidente hanno meditato su dove potrebbe verificarsi una simile mossa russa. La maggior parte si è concentrata sulla Polonia, sui Paesi baltici e sulla Finlandia come possibili obiettivi, ma forse quello più probabile è altrove: l’arcipelago delle Svalbard. Le Svalbard fanno parte della Norvegia, membro della Nato, ma sono smilitarizzate dalle disposizioni del Trattato delle Svalbard del 1920, che è stato firmato da 46 Paesi, tra cui Stati Uniti, Norvegia e Francia. A causa di tale accordo, la Nato rimane profondamente divisa sulla questione se, nel caso di una mossa russa, tutti i membri dell’Alleanza debbano invocare le disposizioni dell’articolo 5 della Carta della Nato, che impone ai membri dell’Alleanza di considerare un attacco contro uno come attacco a tutti. Questa divisione, di cui Mosca è ben consapevole, potrebbe portare il Cremlino a decidere che un attacco alle Svalbard è meno rischioso di un attacco a qualsiasi altro Paese della Nato.
L’arcipelago delle Svalbard, spesso indicato come Spitsbergen, l’isola più grande e l’unica popolata di questo gruppo, si trova a circa mille chilometri a nord-ovest della Norvegia e copre 22mila chilometri quadrati di territorio. L’isola conta meno di 3.500 residenti, di cui circa un quinto sono russi e una manciata cinese. A causa del suo isolamento, le Svalbard furono uno degli ultimi territori europei il cui status rimase indefinito fino al XX secolo, con vari........
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