Mosca alimenta la retorica del ricatto nucleare

Il direttore del think tank pro-Cremlino Valdai discussion club, Andrey Sushentsov, ha pubblicato un articolo l’11 novembre dedicato alle crescenti tensioni nucleari nel conflitto tra Russia e Occidente. Nel suo articolo, Sushentsov ripete la minaccia preferita dal Cremlino di ciò che accadrebbe se ci fosse un intervento diretto della Nato nella guerra contro l’Ucraina. Scrive il direttore: “Il conflitto raggiungerà un livello completamente nuovo, con conseguenze imprevedibili per l’Europa e il mondo intero”. Negli ultimi mesi, la crescente minaccia di ricorrere alle armi nucleari è stata osservata non solo nella propaganda russa, ma anche in piattaforme analitiche abbastanza affidabili vicine al Cremlino. Non è certo un mistero che tali minacce sono destinate esclusivamente a distruggere psicologicamente l’Occidente, in quanto persino gli “esperti” del Cremlino sanno bene che la Russia non è preparata ad affrontare una guerra nucleare su vasta scala. La normalizzazione della retoricanucleare” e l’escalation del suo utilizzo negli ultimi anni, tuttavia, aumenta il rischio di una guerra su vasta scala a prescindere dalla reazione dell’Occidente.

Le parole di Shusentsov sembrano ragionevoli se confrontate con le pubbliche farneticazioni che, lo scorso anno, hanno visto protagonista Sergey Karaganov, uno dei fondatori del Consiglio russo per la politica estera e di difesa (Rcfdp). Karaganov ha chiesto di “sferrare un attacco preventivo di........

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