Cosa bolle in pentola a Pechino
Mentre la Cina è alle prese con una crisi immobiliare, un’elevata disoccupazione giovanile, un crollo della fiducia di aziende e consumatori e un oceano di debiti governativi locali, ci si potrebbe aspettare che il Governo investa tutto ciò che ha nei piani per tirare fuori il Paese dalla crisi economica. Ma un incontro di alti dirigenti di questo mese si sta delineando per offrire una serie di riforme molto diverse. Invece di concentrarsi sui problemi attuali della Cina, il Terzo plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc) – così chiamato perché alla terza sessione del mandato quinquennale del comitato – preparerà la Cina a uno scontro con gli Stati Uniti, costruendo industrie alimentate da massicci investimenti in tecnologie all’avanguardia. Questo programma mira a rafforzare la presa del partito sulla società cinese e a rendere omaggio al leader supremo Xi Jinping, i cui errori politici, che vanno dai lockdown zero Covid-19 alla repressione delle principali aziende online, hanno prodotto malessere economico. Sottolineerà anche l’allontanamento della Cina dalla sua strategia economica di lunga data di crescita per il bene della crescita in quanto tale.
Tra le politiche che si prevede saranno annunciate al plenum, iniziato lo scorso 15 luglio e che avrà termine giovedì prossimo (che è stato inspiegabilmente posticipato da fine 2023) ci saranno riforme che ristrutturano le politiche fiscali, nonché un maggiore coordinamento dello sviluppo economico regionale. Entrambe sono manovre che rafforzeranno il ruolo del Governo centrale nel guidare lo sviluppo. Ci saranno probabilmente anche dichiarazioni di sostegno al settore privato assediato della Cina, che rappresenta oltre il 60 per cento del prodotto interno lordo e oltre l’80 per cento dell’occupazione urbana. Ma Xi e i suoi subordinati hanno sottolineato che il pendolo della politica sta oscillando decisamente verso soluzioni........© L'Opinione delle Libertà
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