A proposito della controversia sugl'immigranti
Il pasticcio sul “decreto-legge riparatore” delle conseguenze della sentenza sugli immigrati mi ha rinforzato nell’idea che la legge, molto spesso, è la gamba sghemba del diritto. Ma non è colpa di certi costituzionalisti che vedono soltanto bellezze nella Costituzione e non si avvedono che la tripartizione dei poteri è più mito che realtà. Il Governo, inteso come Esecutivo; il Parlamento, inteso come Legislativo; la Magistratura, intesa come Giudiziario, non solo sono intrecciati tra loro ma anche sottoposti e connessi alle “leggi” europee. Chiunque osservi spassionatamente la questione di attualità constata che l’intreccio, la connessione, la sottoposizione hanno generato un inestricabile, giuridico, nodo gordiano che neppure Ulpiano o Cicerone riuscirebbero a sbrogliare correttamente. Solo Alessandro Magno ci riuscirebbe a suo modo, troncandolo con un colpo di spada.
Il nodo, anziché ingenerare la massima prudenza negli esponenti dei poteri suddetti, ne ha scatenato l’improntitudine, che li ha spinti a pronunciare gli uni sugli altri meno giudizi che pregiudizi. Qui vorrei rimarcare un aspetto particolare della discussione che occupa gl’interlocutori e........