La Cina ti ascolta! Sempre più Stato di sorveglianza

Meglio il digitale o i sensi naturali? Entrambi, di preferenza, quando si parla di spionaggio di massa, soprattutto da parte del Grande Fratello di Pechino. Ricordate l’onnipresenza dei servizi segreti di Saddam Hussein ai bei tempi delle dittature mediorientali? Ebbene, quando cadde il regime e fu possibile accedere agli archivi riservati, si ebbe modo di scoprire il tipo di controllo capillare, seppur artigianale, esercitato sulla popolazione civile di Bagdad da parte della polizia segreta del dittatore. Per ogni quartiere urbano della capitale, tutte le informazioni necessarie erano contenute in una grande stanza, sul cui pavimento era dipinta la carta stradale che riportava la pianta degli isolati interessati. Ai bordi di ciascuna strada, in coincidenza con il perimetro di ciascun edificio, era sistemato un contenitore metallico, con tanti scomparti quanti erano i piani corrispondenti. Ogni scomparto, a sua volta, conteneva un numero di fascicoli pari a quello degli inquilini che abitavano nell’edificio. In tal modo, il sistema era in grado di conoscere nel dettaglio l’affidabilità dei singoli residenti, schedati in base al loro grado di lealtà verso il regime, e la rete di parentele e di amicizie di cui erano i referenti. Oggi, lo Stato di sorveglianza del Grande fratello giallo ha mutuato dall’Iraq di Saddam analoghi metodi di schedatura, tanto è vero che le pareti degli uffici dei commissariati urbani sono tappezzate di fogli di carta, uno per ciascun isolato della circoscrizione amministrativa interessata, in cui sono elencati i dati di sintesi degli........

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