L’immigrazione letale: la scomparsa di una civiltà

In Germania si parla di immigrazione cattiva, o letale, dopo la brutale aggressione e uccisione a Solingen, città delle lame, di tre cittadini tedeschi, accoltellati da un rifugiato siriano per vendicare le vittime palestinesi di Gaza. L’assassino, auto dichiaratosi aderente allo Stato Islamico (che ne ha rivendicato il gesto esaltandolo come guerriero di Dio e soldato della Jihad), lupo solitario e radicalizzato in proprio via social, si era dapprima sottratto a un provvedimento di espulsione verso la Bulgaria, rendendosi uccel di bosco, per riapparire poco tempo dopo, una volta scaduti i termini per l’esecuzione dell’ordinanza, e vedersi riconosciuta la protezione sussidiaria perché proveniente da una zona di guerra. Bella schizofrenia amministrativa, si direbbe, in cui la mano destra della Commissione d’asilo ignora ciò fa il suo braccio sinistro secolare. Così, l’Afd ha buon gioco nell’invitare i tedeschi a “liberarsi dall’aberrazione del multiculturalismo forzato”. Ragione per cui, secondo il partito di estrema destra tedesco, per “salvare vite” occorre procedere all’immigrazione inversa, o re-immigrazione, ovvero all’espulsione in massa degli immigrati irregolari. Così come promesso da Donald Trump agli elettori americani, illustrando la sua politica della Deportation. In generale, secondo molti osservatori internazionali, da alcuni decenni il mondo sta assistendo a una radicalizzazione progressiva e sempre più accelerata........

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