Hamas dopo Sinwar: guerra a oltranza?

Dopo la morte di Yahya Sinwar, stando alle analisi degli osservatori occidentali, Hamas potrebbe trasformarsi a Gaza in una nebulosa di milizie, senza un reale coordinamento tra di loro. Lo stato dell’arte post-Sinwar, a oggi è il seguente. Il suo più quotato successore, Khaled Mechaal, rappresenta l’ala politica e vive in Qatar e, pertanto, non vi è nessuna certezza che possa controllare i miliziani schierati sul campo, tenendo presente la stigmatizzazione dello stesso Sinwar nei confronti dell’Hamas dei Grand Hotel. Con ogni probabilità, sotto la leadership di Mechaal, la milizia prenderebbe le distanze dalla sua scelta strategica filo-iraniana, abbandonando verosimilmente il suo ruolo di proxy di Teheran.

Un altro leader sopravvissuto è Khalil al-Hayya, uno dei negoziatori di Hamas per la liberazione degli ostaggi, e che ha fama di pragmatico, anche se nel caso dei fondamentalisti sarebbe opportuno non parlare mai di personalitàmoderate”. In caso negativo di fumata nera, si assisterebbe all’emergere di capetti locali, ciascuno con il suo piccolo bottino di ostaggi da scambiare con Israele in cambio di vantaggi minori, con richieste distinte e posizioni anche molto diversificate tra di loro. E nessuno di costoro ha interesse, evidentemente, a concludere un accordo che non preveda il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Un vero rompicapo e incubo per Israele, visto che così stando le cose è impossibile arrivare a un accordo globale, anche a seguito dell’impraticabilità assoluta della soluzione “due popoli, due........

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