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Perché il Qatar non dovrebbe avere alcun ruolo a Gaza

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22.12.2025

Le delegazioni di Qatar, Egitto e Turchia si sono incontrate al Cairo il 25 novembre scorso per discutere l’attuazione della seconda fase del piano del presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, scoppiata con l’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele.

Secondo quanto riportato dai media, all’incontro hanno partecipato i capi delle agenzie di intelligence di Egitto e Turchia, insieme al primo ministro del Qatar. Hanno discusso delle “modalità per intensificare gli sforzi congiunti al fine di garantire il successo dell’attuazione della fase 2 del piano”, che prevede il disarmo di Hamas, l’istituzione di un comitato di transizione per la governance palestinese e il dispiegamento di una Forza Internazionale di Stabilizzazione nella Striscia di Gaza.

L’incontro evidenzia l’ovvio desiderio del Qatar di avere un ruolo fondamentale nella Gaza del dopoguerra. In qualità di sostenitore e finanziatore di lunga data dell’organizzazione dei Fratelli Musulmani, l’obiettivo principale del regime qatariota sembra essere quello di garantire che Hamas rimanga al potere nella Striscia di Gaza. E Hamas si autodefinisce ”una delle ali dei Fratelli Musulmani in Palestina”.

Il Qatar è l’unico Paese arabo che ospita l’intera leadership di Hamas e che fornisce aiuti politici e finanziari al gruppo terroristico dal 2007.

Nel 2012, l’ex emiro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Khalifa Al-Thani, fu il primo leader di un Paese a visitare Gaza sotto il governo di Hamas. Promise 400 milioni di dollari di aiuti e, nello stesso anno, ad Hamas fu concesso di aprire un ufficio politico a Doha.

È stato questo sostegno del Qatar (insieme a quello iraniano) che ha permesso ad Hamas di rimanere al potere negli ultimi 18 anni e di lanciare il brutale attacco del 7 ottobre 2023, che ha provocato l’uccisione di circa 1.200 israeliani e cittadini stranieri, il ferimento di migliaia di persone e il rapimento di 251 ostaggi.

Senza Hamas, il Qatar perderebbe un mezzo fondamentale per esercitare la propria influenza non solo nelle aree palestinesi, ma anche nell’intera regione. L’ipotesi che Doha possa svolgere un ruolo nel mantenimento della pace o nell’avvio di un processo di profonda deradicalizzazione nella Striscia di Gaza è illusoria.

Non occorre essere degli “esperti” per capire che il Qatar, nonostante il suo tentativo di presentarsi come mediatore neutrale tra Israele e Hamas negli ultimi due anni, continua ad essere allineato all’ideologia estremista dei Fratelli Musulmani e di Hamas. Purtroppo, questa ideologia considera i non musulmani (e Israele) il nemico numero uno.

In una column pubblicata il 19 ottobre scorso sul quotidiano governativo qatariota Al-Sharq, Ahmad al-Muhammadi, imam e predicatore del Ministero del Waqf del Qatar, spiega che l’inimicizia tra musulmani, ebrei e cristiani........

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