L’America ha bisogno di partner in Eurasia che possano aiutare Washington in un momento in cui Mosca e Pechino stanno cercando di indebolire l’architettura del sistema internazionale
Dopo una vittoria decisiva, il presidente Donald J. Trump si sta preparando a tornare alla Casa Bianca. Come nel caso dei presidenti al secondo mandato, sottratti ai vincoli della rielezione, è probabile che il presidente eletto Trump persegua le politiche in cui crede, soprattutto nell’arena globale in cui i capi di governo statunitensi godono di ampia libertà d’azione. Trump assumerà l’incarico in un momento di crescente disordine mondiale. Per far fronte al suo mandato saranno necessari un pensiero fuori dagli schemi e nuovi partner, soprattutto in Eurasia.
In questa era caotica di intensificazione dei conflitti, in gran parte alimentati dalla competizione tra grandi potenze, si stanno affermando una serie di nazioni secondarie. Sempre più noti come “medie potenze”, gli Stati di diverse aree del mondo, come l’Australia, il Brasile, l’Indonesia o la Polonia, spinti da una combinazione di minacce e opportunità cercano di svolgere un ruolo nella gestione di un’architettura globale sottoposta a stress e tensioni crescenti. Uno di questi attori emergenti è il Kazakistan, con il suo posizionamento singolare tra Russia, Cina e Stati Uniti.
La nuova amministrazione Trump ha bisogno di un approccio strategico alle relazioni con Astana e........