Disfatta tory, in GB tornano i laburisti. Ma Starmer non è Blair

Sir Keir Starmer è ufficialmente il nuovo premier della Gran Bretagna. Questa mattina è stato ricevuto da Re Carlo III che, secondo l’antica formula, lo ha incaricato “di formare un governo a suo nome” e si è già recato a prendere possesso della sua nuova residenza da Primo Ministro al numero 10 di Downing Street. In giornata annuncerà la lista dei ministri e ritornerà a Buckingham Palace per la nomina formale del suo Gabinetto da parte del Sovrano. Si chiude così, rapidamente e con un rigido protocollo fatto d’ingranaggi perfetti e secolari, la parabola dei Tory al governo del Regno Unito e comincia, anzi ricomincia, l’era laburista.

La schiacciante vittoria del Labour era ampiamente prevista da tutti i sondaggi e lo stesso premier uscente Rishi Sunak ha svolto una campagna elettorale tutta incentrata a limitare il più possibile i danni piuttosto che sperare in una vittoria che era considerata da tutti (e da lui stesso) un miraggio. Per la verità Sunak, quando ai primi di maggio ha sciolto il Parlamento britannico e indetto nuove elezioni − la scadenza naturale della legislatura era prevista a dicembre e tutti si aspettavano un voto in autunno − aveva spiazzato tutti, si dice anche i suoi più stretti collaboratori. Nelle intenzioni del premier di origini indiane, le elezioni anticipate dovevano limitare l’ulteriore usurarsi della sua immagine e con quel colpo di teatro cercare di rimettere in sesto i cocci, per quanto possibile. I suoi calcoli sono stati inesatti e hanno anzi prodotto un risultato ancor più........

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