Comprensione per Oliviero Toscani, ma rispetto no

Da qualche anno assistiamo a un fenomeno letterario prima sconosciuto e particolarmente amato dalla sinistra: l’annuncio preventivo della propria morte a mezzo stampa. È accaduto numerose volte in epoca recente e l’apogeo di questa strana forma di masochismo è stata, all’inizio di giugno del 2023, la toccante intervista rilasciata da Michela Murgia a La Repubblica in cui la scrittrice annunciava di avere un cancro allo stadio terminale. Murgia è poi deceduta il 10 agosto dello stesso anno. Nei giorni scorsi a far notizia è stata invece l’intervista, in questo caso rilasciata al Corriere della Sera, di un altro beniamino della sinistra italiana, Oliviero Toscani. Il famoso fotografo, come appena un anno fa la scrittrice di origini sarde, ha annunciato dalle colonne del quotidiano di Via Solferino il suo imminente trapasso a causa di un raro male incurabile, l’amiloidosi. Causata dall’accumulo di proteine prodotte dal nostro organismo che si depositano negli organi vitali sotto forma di piccole fibre danneggiandoli irrimediabilmente, la malattia che ha colpito Toscani lascia in effetti senza scampo.

Le reazioni sono state, com’era inevitabile, migliaia. Sui social network si è subito aperta la pariglia tra chi (a sinistra ovviamente), rendendosi conto della prossima perdita di un altro vate politicamente strumentalizzato, è accorso a scrivere coccodrilli in vita del fotografo milanese naturalizzato toscano da anni – ovviamente nella Maremma chic venerata dall’intellighenzia – e chi non gliele ha mandate a dire per le opinioni dissacrati e........

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