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Libia-Italia: Banca centrale e accordi commerciali

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04.11.2024

La Libia, nel suo complesso, è in una fase di impegnativo sforzo alla ricerca di un assestamento sia degli equilibri interni, che nelle relazioni internazionali. Uno Stato da 13 anni in preda ad un caos, voluto da una parte dell’Occidente, esploso dopo la deposizione e la morte del presidente Muammar Gheddafi nel 2011. Ancora oggi la Libia è governata da due esecutivi rivali: quello ad est del Paese, nella regione Cirenaica, controllato dal maresciallo Khalifa Haftar, uomo dotato di leadership naturale; e quello ad ovest dove, sempre l’Occidente, ha imposto Abdul Hamid Dbeibah, la cui sede è a Tripoli ed ovviamente è riconosciuto dall’Onu. Le tensioni tra i due governi rivali in questo strategico Paese sono una minaccia costante; ad agosto 2024 la cacciata dello storico governatore della Banca centrale libica, Saddik el-Kebir, usualmente vestito con eleganti abiti italiani, che aveva tenuto al sicuro le chiavi della Libia fin dalla rivoluzione del 2011, ha messo in discussione anche una delle poche istituzioni libiche ancora unite.

Durante il suo mandato al-Kabir ha resistito a due guerre civili e un tumulto politico pressoché cronico; la Banca centrale è stata l’unica istituzione che ha funzionato in tutto questo tempo. In effetti al-Kabir sembrava inamovibile anche perché aveva gestito i due governi. Ma poi ha dovuto cedere il suo scranno perché rimosso dal governo di Tripoli di Dbeibah. Il Gsn, Governo di stabilità nazionale, con sede a Bengasi in Cirenaica, guidato dal premier Osama Hammad, ha rifiutato questo........

© L'Opinione delle Libertà


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