La “questione” Cina-Taiwan è avvolta da una capsula di moderata prudenza che sempre più spesso presenta delle crepe. Da una parte la Cina che non riconosce per questioni storiche l’indipendenza dell’isola, dall’altra per le stesse motivazioni storiche Taiwan afferma la propria autonomia. La Cina e Taiwan sono state separate dalla fine della guerra civile avvenuta nel 1949; e già da allora Mao Zedong fu decisamente preoccupato per una eventuale intromissione militare degli Stati Uniti a Taiwan. Per questioni di “fine diplomazia” gli Stati Uniti, nel 1979, interruppero le relazioni diplomatiche con Taipei, un modo per riconoscere Pechino come unico rappresentante ufficiale della Cina. Ma Washington, percorrendo strade diplomatiche delicate ma ardite, ha continuato a mantenere un ruolo decisivo nel sostenere Taiwan.
La Cina negli ultimi anni ha continuamente effettuato esercitazioni finalizzate a ipotizzare un assedio di Taiwan, esternando in vari modi le sue ambizioni verso l’isola considerata separatista. La cadenza di tali “esercizi” è così sistematica e strutturata che si potrebbero classificare, in modo semplicistico, come una concatenazione di obiettivi con scadenza stabilita. Tant’è che “l’imperatore” Xi Jinping ha fatto intendere che entro il 2027 Taiwan sarà sotto il controllo cinese, ovviamente sconvolgendo l’intera area asiatica e non........