La guerra dell’Asse della Resistenza (Hezbollah, Hamas, milizie sciite irachene e siriane, Houthi sciiti yemeniti) guidato dall’Iran contro Israele sta assumendo una crescente criticità data dall’escalation dell’utilizzo delle armi sia come capacità distruttiva che come quantità utilizzata.
Dal 7 ottobre 2023, data dall’attacco di Hamas a Israele, Hezbollah (Partito di Dio), organizzazione sciita libanese filo-iraniana, conduce una guerra di “inseguimento”; cioè sembra essere rimasta colta di sorpresa dall’offensiva del suo alleato palestinese sunnita, Hamas. Infatti per solidarietà con l’azione del 7 ottobre, il giorno dopo Hezbollah ha lanciato alcuni razzi contro Israele, una sorta di condivisione senza troppe pretese di impatto. Tuttavia l’azione dei membri del “Partito di Dio” ha causato lo sfollamento di circa centomila abitanti del nord di Israele, sgomberati come misura di sicurezza, che ancora oggi non hanno avuto la possibilità di rientrare nelle loro case. Anche questa situazione è diventata l’ennesima pressione sul governo di Benjamin Netanyahu, al quale viene intimato di risolvere il problema delle minacce di Hezbollah; pressioni oggi ancora più pesanti dopo il recente ritrovamento di sei ostaggi israeliani trucidati da Hamas nei tunnel di Rafah.
Da novembre 2023, Israele ha incrementato azioni offensive ed effettuato profonde incursioni nelle basi militari di Hezbollah nel sud del Libano. In una decina di mesi sono stati annichiliti almeno quattrocento miliziani sciiti libanesi, tra questi molti appartenenti alle famose forze speciali d’élite conosciute come Radwan. L’operazione israeliana di “pulizia” al sud del Libano è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo di bombe al fosforo che hanno svuotato i........