Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, i rapporti tra Russia e Armenia sono stati regolati sia dalla necessità di Mosca di mantenere i riferimenti politico strategici nell’area caucasica meridionale, che per l’Armenia di avere una sorta di tutela legata anche dalla stessa appartenenza religiosa, cristiana (non confessionale), in un contesto prevalentemente musulmano. Tali legami sono strutturati sulla “attenta osservazione” dell’area del Caucaso meridionale dove il peso delle dinamiche politiche e della religione, rendono la regione con “stabilità variabile”. Tuttavia il governo di Yerevan, capitale armena, ha accusato le forze di pace russe schierate anche nell’enclave contesa del Nagorno-Karabakh, di non essere intervenute, nel settembre 2023, per fermare l’offensiva dell’Azerbaigian, che ha permesso all’esercito azero di riconquistare quest’area.
Il Cremlino ha respinto tali accuse sostenendo che i militari russi non avevano il mandato di intervenire. Ma la questione vede anche un’altra lettura; infatti Mosca ritiene pericolosi gli sforzi del capo del governo armeno, Nikol Pashinyan, tesi a consolidare i legami dell’Armenia con l’Occidente, con il rischio concreto che Yerevan si possa staccare dalle alleanze controllate da Mosca. La Russia ha espresso un deciso disappunto anche quando l’Armenia ha scelto di aderire........