L’emarginazione degli ebrei in Australia |
Un tempo, Canberra era allineata con gli Stati Uniti sulle questioni mediorientali, compreso Israele, ma il primo ministro Albanese ha intrapreso una strada diversa
Mentre le famiglie ebree di tutta l’Australia celebravano il primo giorno della festività di Hanukkah, sono stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco a Bondi Beach, a Sydney. L’obiettivo era una festa, secondo il premier del Nuovo Galles del Sud Chris Minns, “nel primo giorno di Hanukkah. Quella che avrebbe dovuto essere una notte di pace e gioia celebrata in quella comunità con famiglie e sostenitori, è stata distrutta da questo orribile attacco malvagio”. Il bilancio delle vittime al momento della stesura di questo articolo è di 12 morti (poi salito a 16, ndt.), incluso uno degli autori della sparatoria. La polizia ha identificato uno degli attentatori come Naveed Akram.
La dichiarazione di Minns è degna di nota per il suo contrasto con la reazione immediata del primo ministro australiano Anthony Albanese. All’indomani di quello che è stato chiaramente un attentato terroristico mirato alla comunità ebraica australiana, Albanese ha rilasciato una dichiarazione in cui ha definito gli attacchi “scioccanti e angoscianti”. “Albo”, com’è chiamato il premier, si è affrettato a esprimere la sua solidarietà a “tutte le persone colpite”. Chi erano “tutte queste persone”? I bagnanti? I surfisti? L’obiettivo era la celebrazione della festività di “Hanukkah in riva al mare”. Ma per Albanese, menzionare gli ebrei era una parola di troppo in una dichiarazione di 70 parole. (In seguito, ha poi condannato l’attacco alla comunità ebraica.) Il problema è questo: Albanese e il suo ministro degli Esteri Penny Wong hanno fatto tutto il possibile nei 26 mesi trascorsi dal 7 ottobre 2023, data degli attacchi di Hamas contro Israele, per dimostrare il loro disinteresse per il benessere delle comunità ebraiche in Israele, Australia e altrove. Come i loro omologhi politici in Europa e negli Stati Uniti, i laburisti........