Giuseppe Prezzolini sosteneva che “in Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio”: una pessima abitudine che trova triste applicazione, ad ogni modo, anche oltre i nostri confini nazionali. È il caso della Spagna, dove il Governo di Pedro Sánchez starebbe vagliando una riforma della tassa sugli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche, riducendone l’aliquota dell’1,2 per cento ma rendendo permanente un’imposta che, per sua stessa natura, dovrebbe mantenere carattere provvisorio. In tal modo, anziché gravare solo sulle aziende di maggiori dimensioni – quali Repsol, Cepsa, Iberdrola e la controllata di Enel Endesa – la “windfall tax” verrebbe estesa all’intero settore o, in ogni caso, a un numero ben più elevato di imprese. Peraltro, nella sua nuova veste, l’imposta, punto programmatico dell’accordo di coalizione tra i partiti di maggioranza, si applicherebbe sulla percentuale degli utili operativi, e non più sulla percentuale dei ricavi. La mossa del premier spagnolo non stupisce, se si guarda al gettito procurato dalle due “tasse di solidarietà” – una per i gruppi bancari, l’altra per le compagnie energetiche – quantificato in........© L'Opinione delle Libertà