Se da qualche parte lassù Silvio Berlusconi potesse vedere ciò che sta accadendo in Europa, alla vigilia di storiche elezioni continentali, impazzirebbe di gioia. Il suo sogno di esportare il modello del centrodestra italiano a Bruxelles, per soppiantare la logora governance del centrosinistra in stile Große Koalition, diviene ogni giorno sempre più concreto.
Ieri l’altro, la decisione di Marine Le Pen di rompere il rapporto di collaborazione con gli estremisti tedeschi di Alternative für Deutschland (Adf) ha significato un passo fondamentale in vista della candidatura della versione potabile della destra europea alla guida dell’Unione, in coalizione con il Partito popolare europeo. Non soltanto i numeri segnalerebbero che la via è tracciata, ancor più convincono i riposizionamenti strategici dei due gruppi europarlamentari – Conservatori e Riformisti europei (Ecr) e Identità e Democrazia (Id) – che rappresentano la quasi totalità del bacino elettorale della destra in Europa. Prima è stato il turno di Giorgia Meloni di avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni comunitarie, un tempo giudicate nemiche. In particolare, la Meloni ha stabilito un feeling con l’attuale presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, al punto che la baronessa tedesca è convinta di fare dell’esponente italiana una sua grande elettrice al momento della scelta del prossimo presidente della Commissione. La Meloni ha interloquito con la von der Leyen nella sua veste istituzionale di capo del Governo italiano, ma a nessuno a Bruxelles è sfuggito il particolare che l’astro nascente della politica europea indossasse anche i panni di leader dei conservatori europei. Cosa tutt’altro che irrilevante, soprattutto quando vi sarà da negoziare sulle nomine ai vertici delle istituzioni comunitarie. Oggi è la volta di........