Fa male assistere a un’aggressione ai danni dei nostri militari, in missione di pace, per mano di un esercito – quello israeliano – che agisce per conto di un Governo e di un popolo che sono nostri fratelli. Non è bello, ma accade anche nelle migliori famiglie che in una rissa un fratello spintoni un altro fratello per farsi spazio e difendersi meglio. Ciò che invece non si può accettare è l’infamia morale di quei tanti che, a sinistra, cercano di sfruttare la situazione per portare acqua al mulino della propaganda anti-ebraica e filo-terrorista dei sostenitori di Hamas e di Hezbollah. Si tratta di un atteggiamento che non conosce decenza chiedere che i nostri soldati, impiegati nella Missione Unifil dell’Onu, restino lì dove sono, nella malcelata speranza che ci scappi il morto italiano per costringere il Governo Meloni a congelare i rapporti con Tel Aviv e a saltare la barricata mettendosi dalla parte di Hezbollah e Hamas. La diciamo dritta: giù le mani dai nostri ragazzi e ragazze con le stellette che hanno fatto ciò che era umanamente possibile in un luogo altamente instabile dove, non il contingente italiano, ma l’Onu nella sua gigantesca dimensione di organismo inutile non ha saputo o voluto far nulla per contrastare il terrorismo di marca islamista. Peggio, lo ha coccolato e nutrito con lauti finanziamenti, camuffati da aiuti umanitari.
L’Onu non ha provveduto a che l’osannata Risoluzione 1701 del 2006, adottata dal Consiglio di sicurezza, trovasse piena applicazione. L’inazione sospetta delle Nazioni Unite ha di fatto legato le mani al nostro contingente dispiegato lungo la “Blue line” condannandolo a una sostanziale impotenza. A dirlo sono i più accreditati operatori sul campo. Nel 2017, per spiegare il ruolo dell’Italia in quell’angolo di mondo, l’allora comandante del settore su base Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” della Joint Task Force in Libano (Jtf-L), generale Ugo Cillo, ebbe a dichiarare: “Siamo come degli arbitri che fischiano i falli alle due squadre, che nel nostro caso sono Libano e Israele. Ci limitiamo a........