Campo dei moderati: prateria o campo di calcetto?

Pier Silvio Berlusconi coglie l’occasione della presentazione dei palinsesti Mediaset 2024/2025 per parlare di politica ai giornalisti che lo incontrano. Proprio non ce la fa a trattenersi. A suo dire, la politica è iscritta nel Dna di famiglia e ciò giustificherebbe l’incursione estemporanea in un dominio dal quale la saggezza del defunto padre ha tenuto tutti i suoi figlioli debitamente lontano. Non senza ragione. La politica è un campo minato. Se non si è preparati a dovere il rischio di mettere il piede su una mina è concreto. Non esiste la ricetta giusta per giocare, vincere e uscirne indenni. Comunque vada, ci si fa del male. Berlusconi senior docet. Come nel finale del film cult Wargames, l’unica soluzione vincente a cui giungerebbe qualsiasi algoritmo impostato sui dati di realtà del confronto politico in atto nel Paese è di non giocare. Pier Silvio, dietro lo sguardo da eterno bravo ragazzo, cela una natura di uomo scaltro, non disponibile a mosse azzardate. Ragion per cui c’è da credergli quando afferma che lui di cimentarsi nell’agone politico non ci pensa proprio. Cionondimeno, le cose che dice meritano attenzione, non fosse altro perché potrebbero rivelarsi messaggi in codice inviati dal comando strategico di Mediaset a Forza Italia.

D’altro canto, il partito azzurro nell’immaginario dei nemici di Berlusconi resterà per sempre il braccio secolare dell’azienda di famiglia. Ora, delle molte frecce scoccate da Pier Silvio all’indirizzo di alcuni ben individuati destinatari – Antonio Tajani in primis – quella che ha attirato la nostra attenzione riguarda la prospettiva di rafforzare la missione di Forza Italia come soggetto politico di riferimento dei moderati. Sostiene Berlusconi junior: “Penso che ci potrebbe essere un’opportunità pazzesca di marketing parlando di politica. I moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente. Tanto è vero che la stessa Meloni,........

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