L’imprevedibilità preoccupa e spaventa. Lo osserviamo anche nel nostro privato. Se il fornaio ci vende dell’ottimo pane ma fa discorsi erratici o violenti, lo abbandoneremo. L’effetto che ha prodotto la sconfitta delle destre in Francia deriva da questo sospetto che abbiamo verso l’imprevedibilità dei comportamenti. Non è bastata la retorica sulla fine dei fascismi, quando molti candidati hanno un passato e un presente fascista. D’altronde, come il comunismo, i fascismi non possono sparire né evaporare. Per troppi decenni siamo stati sotto l’effetto delle follie fasciste e comuniste, ovvero collettivistiche. Ci sono. Bisogna però capire che fascismo non è l’orbace e la camicia nera. Comunismo non è solo la bandiera rossa. L’essenza del fascismo è l’azione senza perché. Il fare quel che si deve, senza troppi ragionamenti. Ragionare per il fascista è attività astrusa o borghese, da professoroni. I comunisti, invece, sono per il ragionamento, ma escludono dal ragionare le masse perché inconsapevoli. Tutto è affidato all’avanguardia. Ovviamente, l’assenza di ragionamento e l’esclusione dal ragionamento aprono le porte all’imprevedibilità, consentono ogni nefandezza, ogni corruzione, il sovvertimento delle istituzioni. Vladimir Putin è forse l’unico che abbraccia entrambi i filoni. È fascista e comunista insieme. Un hegeliano puro, forse inconsapevole, considerato che molti lo descrivono furbo, ignorante e gretto. Usa lo strumento dell’accusa........