Tornano dalle vacanze anche la rubrica #Albait e le domande esistenziali.
Per rispondere, dobbiamo seguire un filo rosso che lega tanti aspetti della cronaca e della politica internazionali e interne.
In Francia, Emmanuel Macron rifiuta di nominare capo del governo la candidata proposta da France Insoumise. Fi è una formazione che segue l’eredità dell’ex partito comunista francese con l’aggiunta di una vena simile ai cinque stelle italiani. Macron non ha rapporti con questa area politica. Il rifiuto di Macron accende le fantasie di chi abbraccia la retorica: “abbiamo preso i voti, ora comandiamo”. In politica non si comanda. Inoltre, gli equilibri istituzionali tanto italiani che francesi prevedono che sia la sensibilità del Capo dello Stato a tradurre il risultato politico in equilibrio istituzionale. La Francia è una Repubblica semi presidenziale e questo elemento è forte. Macron lo utilizzerà per arrivare alle elezioni presidenziali in posizione centrale, per tentare di vincere ancora.
In Italia, la confusione istituzionale è maggiore. La presidenza del consiglio è saldamente nelle mani di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia però interpreta il ruolo in modo muscolare. In molti posti chiave ha messo persone di sua completa fiducia. La sorella guida e coordina il partito, un cognato al ministero, capo della sicurezza è il marito della propria capo segreteria e laddove può il potere viene........