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Tagliare il nodo per liberare la cultura

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02.02.2024

In genere di un evento culturale o di un altro prodotto il successo o il fallimento è decretato dal pubblico, che in una logica di mercato sceglie un’offerta o un’altra sulla base delle proprie preferenze. Quando però c’è di mezzo una personalità che ha dichiarato la sua vicinanza alle posizioni politiche della destra questo non è accettabile che avvenga. Anzi, basta poco per trovare il pretesto per tentare l’operazione di demolizione della persona in causa. Quando poi si tratta della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi si scatena l’inferno e si aprono le gabbie dei leoni. Senza negare che forse qualche ingenuità dettata magari dalla giovane età, che però le consente margini di ulteriore miglioramento, l’avrà commessa. Fermo restando il sacrosanto diritto alla critica, che è il fondamento di ogni libertà, appare l’accanimento contro di lei nel caso della performance di Palermo, quantomeno discutibile. Chi era a teatro per la sua direzione testimonia di un alto gradimento da parte del pubblico, che è stato prodigo di applausi, ma soprattutto ha registrato per tutte e due le serate il tutto esaurito, con buona pace dei detrattori e per la felicità dell’economo della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo.

È un fatto non da poco che la cultura, che in Italia è stata........

© L'Opinione delle Libertà


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