Le magnifiche sorti e progressive di Trump e Musk

Donald Trump, con buona pace della stragrande maggioranza degli “esperti” commentatori dei talk show, dei giornalisti schierati a sinistra, degli intellettuali radical chic, dei sondaggisti della domenica e anche degli altri giorni della settimana, degli esponenti dell’eco-socialismo, non ha vinto, ma ha stravinto non solo le elezioni presidenziali, confermandosi il candidato più votato anche in valore assoluto, ma ha conquistato la maggioranza al Senato, è avanti per quella alla Camera e ha eletto 8 governatori contro solo tre andati ai democratici. Donald Trump è riuscito a convincere la maggioranza degli elettori grazie a un mix di conservatorismo molto accentuato rappresentato dalle sue posizioni intransigenti sull’immigrazione clandestina, da quelle protezionistiche in campo industriale e da quelle sulla sicurezza in generale. Poi ci sono stati due temi che hanno dato un impulso ancora maggiore alla sua campagna elettorale. Il primo è la sua decisa intenzione di porre fine alla guerra in Ucraina e a quella che Israele conduce contro il terrorismo a Gaza e lungo i suoi confini.

Il secondo, e per certi versi ancora più emblematico del primo, è la sua battaglia antiabortista che ha visto trionfare l’italo-americano Greg Gianforte come governatore del Montana, lo stesso che in passato ha firmato una serie di proposte di legge che limitano l’accesso alla pratica abortiva, di Spencer James Cox nello Utah, di Kelly Armstrong nel Nord Dakota, del cattolico Mike Kehoe nel Missouri, di Mike Braun in Indiana, di Patrick Morrisey in West Virginia, tutti eletti alla guida dei rispettivi stati di appartenenza. E che dire dell’ampio........

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