Nel nostro Paese, da anni, si consuma una strage che mina la salute ed è collegata all’inquinamento. E il silenzio ne è complice. Dello stabilimento ex Ilva-Acciaierie d’Italia si parla quando i politici si rinfacciano i fallimenti e le responsabilità reciproche, ma quando si parla di adulti e di bambini ammalati, di morti, di malformazioni cala l’indifferenza e non ci si schiera. Non spaventano i veleni che hanno messo a rischio la salute dei cittadini?
Nel 2022 un rapporto dell’Onu ha definito Taranto come una «zona di sacrificio», una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità. Vivere è un diritto, non può essere un sacrificio e difenderlo non può interessare solo il territorio coinvolto. Nel rapporto delle Nazioni Unite si legge: «Spesso create dalla collusione di governi e imprese, le zone di sacrificio........© L'Espresso