Anna e la grande magia della musica: «Mi aiuta ad andare oltre le ombre» |
LA SFIDA. Nata con una malformazione alle gambe, a 19 anni ha subito già più di trenta interventi chirurgici.
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«Quando sembra che/ non succeda più/ ti riporta via/ come la marea la felicità». Ci sono parole, nella canzone «È una storia sai», che Anna Cotelli sta preparando per il prossimo spettacolo de «La Bottega dei Sogni», la compagnia in cui canta, che sembrano nascere dalla sua stessa vita. C’è in lei una corrente invisibile che si ritrae e poi ritorna, un bagliore che non si spegne nemmeno nelle stagioni più buie. La sua non è una fiaba come «La Bella e la Bestia», dolce come la colonna sonora a cui questo brano appartiene, ma una storia vera, con le sue asprezze, disseminata di fatiche e coraggio. Anna l’attraversa con quella forza tranquilla con cui si continua a salire anche quando la strada sembra troppo ripida.
Studentessa, 19 anni, vive ad Adro e frequenta l’ultimo anno dell’istituto Serafino Riva di Sarnico, indirizzo turistico. Quando le chiedi di descriversi, risponde sorridendo: «Studio, ma sono anche una cantante, una pianista e un’attrice». Nel mondo dell’arte ha costruito una
casa, che affonda in lei fondamenta solide, ed è cresciuta nel tempo. Stanza dopo stanza. Migliorando grazie ad anni di prove e resistenza. Nata con una malformazione alle gambe, la sua infanzia si è mossa tra ricoveri ospedalieri, gessi, tutori e sale operatorie. «Ho subito più di trenta interventi», racconta. L’ultimo in questi giorni; lo nomina con serenità, come si fa con un appuntamento inevitabile ma non più minaccioso. Altri ne verranno, forse. Nel frattempo ogni giorno segna per lei un piccolo traguardo: un gesto più fluido, meno dolore, il desiderio di sognare un futuro che non sia più definito dagli impedimenti, ma dalle possibilità.
Nella sua infanzia le terapie hanno occupato il posto d’onore, la prima preoccupazione era riuscire un giorno a permetterle di camminare. Fino ai sei anni, la priorità è stata quindi rimettere in equilibrio ciò che la nascita aveva scompaginato. Quando è arrivato il momento di iniziare la scuola primaria, si è presentato un altro tipo di fatica: stare di fronte agli sguardi degli altri bambini. «Mi prendevano in giro per il mio modo di camminare», ricorda. Ci sono state le risatine, i mormorii, i soprannomi crudeli. È la ferita che molti bambini........