Il primo è Matteo Salvini. A congratularsi, a sperare in un "ritorno della pace". E anche a ricordare che è lui l'unico ad essersi dichiarato pubblicamente fin dall'inizio trumpiano doc ("altri nel centrodestra la pensavano in modo diverso, è evidente") . Toni ben lontani da quelli, molto istituzionali, con cui Giorgia Meloni saluta la vittoria di Donald Trump. A
ttesa e anche un po' temuta, ai piani alti del governo, per quel cambio di strategia in politica estera, e commerciale, che potrebbe materializzarsi con il ritorno in sella del tycoon. Con ripercussioni nei rapporti tra Stati Uniti e Unione europea, e, a cascata, sugli interessi italiani.
I dazi, i conflitti, e il ruolo che dovrebbe giocare la Ue sono le grandi questioni che agitano in modo trasversale anche il centrosinistra, tra il Pd che parla di "brutta notizia" e il Movimento Cinque Stelle che si augura ora, con Trump, la "fine delle guerre". Come la Lega. Sarà l'Ucraina, appunto, il primo banco di prova, di tenuta del fronte internazionale pro-Kiev ma anche degli equilibri interni: un nuovo........