Frenati dalla pandemia, schiacciati dalle tasse, “superati” dal commercio online. Circa 2.500 negozi di vicinato hanno chiuso i battenti in Toscana negli ultimi dieci anni. In altre parole, un pezzo del commercio della nostra regione cancellato in circa due lustri, dal 2012 al 2023. Soprattutto librerie, negozi di giocattoli e abbigliamento, ma anche ferramenta. È impietoso il quadro tracciato dall’Ufficio studi Confcommercio in collaborazione con il Centro studi delle Camere di commercio “Guglielmo Tagliacarne” che analizza i dati dei dieci comuni capoluogo toscani: è stata presentata ieri a Roma, infatti, la nona edizione dell’indagine “Città e demografia d’impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni”.
La mappa
Nella nostra regione, è Firenze il capoluogo in cui si registra il tasso più alto di attività cessate: 1.006 dal 2012 al 2023. Segue Livorno con 530 serrande abbassate, poi Arezzo (- 327), Prato (- 302), Pisa (-300), Pistoia (- 250), Grosseto (-192), Lucca (-191) e........