Piano dei rifiuti, il governo si schiera contro la Toscana
La contestazione ricorrente punta dritto al cuore del testo appena varato dalla giunta Giani. Ministero dell’Ambiente, ma anche Anci, Confindustria, Alia, privati cittadini, perfino Arpat chiedono alla Regione di rivedere la filosofia con cui Monia Monni ha concepito il Piano che dovrà governare la gestione dei rifiuti in Toscana di qui ai prossimi dieci anni. E cioè l’idea di non costruire una mappa dei siti che ospiteranno gli impianti di smaltimento, ma disegnarla sulla base delle proposte dei privati e della pianificazione di Province e Ato. Di proposte ne sono arrivate 36, otto prevedono maxi impianti, gassificatori, biodigestori ed altre moderne centrali. Anzi, ora sono sette, perché nel frattempo Alia – con una lettera inviata in Regione proprio durante la fase del percorso partecipato – ha ufficializzato il ritiro del progetto per Empoli, un anno fa affossato dall’ex sindaca Brenda Barnini dopo le proteste dei cittadini contrari finite con manifestazioni di piazza.
Il cuore del piano
Ma proprio il potere di indicare la localizzazione delle centrali adesso torna ad essere il nodo principale che emerge dalla pioggia di osservazioni arrivate in questi mesi a Palazzo Strozzi Sacrati al piano dei rifiuti e per l’economia circolare adottato ad autunno scorso e che adesso l’assessora all’Ambiente spera di veder approvato dal Consiglio regionale entro l’estate. Non sarà una passeggiata. Il testo dovrebbe approdare in commissione già la prossima........
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