Striscia, Sordomuti, Tre Ponti, Baracchine, Chiccaia: i luoghi del cuore di Livorno che non cambiano nome
livorno
cronaca
Livorno. I Tre Ponti sventrati, acqua passata. Il rio Ardenza che scorre (finalmente e liberamente), sotto quelle che erano le vecchie arcate. Le baracchine (troppe e nate male lungo le stesse mattonelle, sotto palme cagionevoli) abbattute, prese a ruspate. Restano cumuli di ricordi, piramidi di terra e mattoni alla Rotonda, vetri che si mischiano a intonaci, pezzi di acciaio e soffitti, ridotti a sacchi bianchi sul viale Italia. Noi che passiamo, transitiamo nello spazio e nel tempo, e guardiamo andare giù pezzi del nostro passato, punti di riferimento storici, sociali e geografici di una città che cambia.
Dé (cadente) in sintesi.
Ma non è il caso qui di ragionare se in meglio o in peggio a livello estetico o funzionale, nei tempi previsti o con evidenti ritardi. Non è questo il punto. Il punto è cosa resta sotto le macerie, dentro i cambiamenti. E qualcosa sotto resta, anche se radi al suolo tutto e poi ricostruisci altro. Anche se qualcosa, anche molto, è diverso. Lontano.
È la........
© Il Tirreno
