Il vizietto italiano di imboscarsi, la retorica pacifinta e il ricatto dei sondaggi: la tattica del passo di lato per sopravvivere
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è data. Tradotto in europeo: ha fatto perdere le sue tracce, è sparita e non si sa bene dove sia finita. Sbagliare le scelte non è il peggio che possa capitare. Si possono in più sbagliare i tempi, facendo dietrofront quando si tratta di tener duro per cogliere i frutti di ciò che abbiamo scelto in passato. Due anni e mezzo di solidarietà all’Ucraina, per poi fare marcia indietro quando, per la prima volta, nella sua disperata resistenza Kiev inizia a intravedere uno spiraglio.
Siamo così abituati alle furbate della serie “ragazzi, qui si mette male”, da non distinguere più se per caso invece proprio ora forse si può metter bene. E per seguire questa sbilenca traiettoria usiamo parole senza un reale senso logico. Diciamo che la mossa di Kiev “allontana la pace” (il ministro Crosetto), mentre, al di là dei proclami a fini interni, ora il Cremlino inizia a capire che andare avanti può costargli caro. Diciamo “no ad armi italiane per attaccare la Russia” (il ministro Tajani), un minuto prima di dire che........
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