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La persistenza del Togliattismo nel discorso pubblico italiano

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21.08.2024

Dio maledica gli anniversari! Pochi ne escono indenni. Molti ne vengono manipolati, incensati, strumentalizzati. Siamo appena riemersi dall’anniversario degasperiano, che ci ha restituito un leader volta a volta padre della Costituzione ma alfiere del (malfamato) liberismo, inventore del “centro che guarda a sinistra” ma artefice della perfida legge truffa. Ed eccoci subito al Migliore, anch’egli deceduto in agosto, dieci anni dopo. Una ricorrenza ravvicinata che, inutile a dirsi, ha provocato avventurosi parallelismi tra i due. Grandi Vecchi della Repubblica, edificatori della nuova democrazia, eredi di Cavour, eccetera.

Assonanze facili, che manipolano al tempo stesso storia e memoria. Perché, se la vicenda pubblica di De Gasperi finì con un taglio netto, con una sconfitta politica senza appello, con un doloroso isolamento, Togliatti sopravvisse invece a se stesso, ebbe eredi più o meno legittimi, diede un segno indelebile al partito che aveva fondato e all’egemonia culturale di cui fu il regista inarrivabile. Se De Gasperi brillò come una splendida meteora, Togliatti mise radici robuste nelle istituzioni, nel........

© Il Riformista


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