Né durante la preparazione, né all’inizio, né poi nel corso delle operazioni militari a Gaza i tanti che chiedevano a Israele di fermarsi hanno mai adoperato l’argomento serio, per quanto a sua volta discutibile, che almeno in teoria avrebbe potuto costringere in una stretta zona di responsabilità le scelte di quel paese: e cioè che il popolo sventrato dal pogrom del 7 ottobre aveva il diritto, con il proprio Stato, di fare la guerra a quei macellai, la guerra per punirli e per neutralizzarne le capacità e le ambizioni sterminatrici, ma che quel diritto non poteva essere esercitato perché gli autori e i mandanti del Sabato Nero avrebbero usato due milioni di persone come sacchi di sabbia.
Questo richiamo avrebbe forse presentato un profilo di insensatezza e una pecca di effettività: perché difficilmente Israele avrebbe potuto accettare che il suo diritto di difendersi si risolvesse in una proclamazione revocata dall’obbligo di rimanere inerte. Ma un appello articolato su quel presupposto avrebbe conferito dignità a una richiesta di cautela che invece – praticamente dal pomeriggio di quel sabato, e cioè quando ancora fumavano i corpi degli........