La lezione di Pannella per risolvere la crisi del Centro: puntare sulle riforme, non sulle alleanze

Nonostante i leader dei movimenti liberaldemocratici in Umbria e Emilia-Romagna si rincorrano nell’attestare la propria centralità nella vittoria del centrosinistra, nei rispettivi Consigli regionali non siederanno loro rappresentanti. Nulla di nuovo: in assenza di una classe dirigente ben radicata sui territori, con un’affluenza ai minimi storici e alleanze difficilmente giustificabili agli occhi dei potenziali elettori, la soglia di sbarramento appare come uno scoglio insormontabile per i centristi.

Sembrano passati secoli dalle prime elezioni regionali del 1970. Nonostante gli esigui risultati (il PLI raccolse il 4,74% dei consensi e il PRI il 2,89%), i partiti che pochi anni dopo sarebbero confluiti a livello europeo in ELD (antenata dell’ALDE), riuscirono a eleggere rispettivamente 27 e 18 consiglieri regionali sull’intero territorio nazionale. Da lì in poi, fino alle elezioni del 1990 – le ultime tenutesi durante la cosiddetta Prima repubblica – i partiti liberaldemocratici non si allontanarono mai significativamente dai risultati........

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