In circostanze come queste – mi riferisco alle elezioni americane – è molto utile adottare quella che Togliatti chiamava “l’analisi differenziata”, che poi egli – sia detto di passata – applicò su varie forze politiche, compreso il fascismo al potere ma non sull’URSS (tranne, forse, che nel memoriale di Yalta). In primo luogo, la vittoria di Trump e del Partito Repubblicano è indiscutibile e ciò offre un primo elemento di riflessione. Trump ha il consenso di un pezzo cospicuo di voto popolare e di ceto medio. Già questo risultato mette in evidenza che si è trattato non solo di una sua vittoria, ma ancor di più di una sconfi tta della Harris e del Partito Democratico in quanto tale.
Per di più essendo Trump una personalità insieme pragmatica e imprevedibile, rimane da vedere se questi propositi verranno mantenuti, accentuati, o di molto attenuati. Qualora essi vengano mantenuti nella loro espressione estrema ciò implicherebbe una serie di catastrofi , all’interno stesso degli Usa, rispetto all’Europa e rispetto al quadro geopolitico mondiale segnato da un attacco a tre punte all’Occidente........