Dato che ad ognuno tocca esibire carte d’identità per essere accettati nel consesso dei buoni e puri, ecco le mie credenziali, anche se per i suddetti di certo non basteranno. Mio nonno fu cacciato dalle Ferrovie (precisamente nel 1934) perché non volle prendere la tessera del fascio. Sono cresciuto a pane e antifascismo in una famiglia gioiosamente aperta e democratica e porto ancora sotto il mento un piccolo bitorzolo, frutto dell’aggressione subita da un gruppetto di missini al ritorno da una manifestazione nell’anniversario di piazza Fontana (era il 1971).
Ma penso che né mio nonno né mio padre (iscritto al Pci) si rivolteranno nella tomba se dico con semplicità che l’antifascismo è una categoria superata e inattuale, da consegnare serenamente alla storia senza strattonarla di qua e di là, senza metterla al servizio di una battaglia contro un governo che non ci piace, senza appiccicarla come un passe-partout a qualunque causa giusta o sbagliata ci sia da sposare nel mondo come nel nostro condominio (dalla Palestina alla Rai, il catalogo è ampio, e si arricchisce di giorno in giorno). Non........