La sindrome del «vorrei ma non oso» ha colpito ancora a un passo dal traguardo. Quando una moderata stretta sulle intercettazioni stava per essere approvata in commissione giustizia al Senato, il governo ha chiesto un rinvio, come aveva già fatto per il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. È la prova anzitutto di quanto forti siano le pressioni che una parte della magistratura esercita dall’esterno e dall’interno dei palazzi, avendo occupato una gran parte degli uffici legislativi e dei gabinetti che contano. Ma è anche la prova di quanto sia fragile la cultura dello Stato di diritto in una maggioranza che pure si dichiara garantista, ma che mastica il garantismo non diversamente dalla numismatica babilonese.
C’era da prevedere che accadesse. Perché le intercettazioni sono il pilastro del processo mediatico, attraverso cui si esercita il controllo sociale del potere magistratuale sugli altri poteri e sulla società. Di più, esse rappresentano........