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L’incarnazione di un sogno

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18.09.2024

Totò Schillaci era l’incarnazione di un sogno in quell’estate del 1990. Soprattutto se eri un bambino alla prima linea d’ombra della propria vita, l’esame di quinta elementare. Con un’estate e le notti magiche tutte da vivere.

Totò Schillaci era magnificamente imperfetto. Non era altissimo per fare il centravanti (così come era richiesto all’epoca): appena 173 centimetri. Aveva una fame di gloria che sorprendeva sin dallo sguardo. Quell’aggettivo spiritati associato ai suoi occhi. Sì, Totò aveva gli occhi spiritati perché vedeva da qualsiasi occasione l’opportunità di fare gol. Opportunisti li chiamavano i centravanti come lui, facendo difetto però su un termine che sembra da sempre troppo negativo. Perché l’opportunista viene accompagnato spesso da un pensiero sinistro, dalla presunzione che possa cogliere la minima occasione per farla fruttare a proprio piacimento, a discapito degli altri o del prossimo. Ma perdendo di vista invece il significato più........

© il Resto del Carlino


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