Esplosione: i numeri e il dolore. La stanca liturgia del ‘mai più’ per i morti sul lavoro. Italia assuefatta alle tragedie

Suviana, 11 aprile 2024 – I processi, le telecamere e le maglie con impresse le foto dei propri cari morti nella strage e diventati in fretta invisibili, se non fosse per loro – i parenti – che ne tengono viva tenacemente ancora la memoria. Una memoria che – a sedici (quasi diciassette anni ormai) dal rogo della Thyssen, in cui morirono sette operai – si sostanzia anche di un film (‘La fabbrica dei tedeschi’ di Mimmo Calopresti) e di uno spettacolo teatrale.

Perché quanto accadde a Torino fu considerato epocale. In quei giorni, quando sembrava impossibile che una strage del genere potesse avvenire in una grande azienda, in una multinazionale che dovrebbe essere sinonimo (proprio per le sue dimensioni) di sicurezza, si disse con tono perentorio: "Mai più". L’irripetibilità di quella frase sembrava che dovesse essere scolpita. Perché niente di simile sarebbe dovuto più accadere in un Paese civile che ha nell’articolo 1 della Costituzione la frase: "Repubblica fondata sul lavoro".

E invece quel "Mai più" sarà........

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