Tel Aviv, 7 ottobre 2024 – “Per noi – affermano molti israeliani – il tempo si è fermato il sabato 7 ottobre”: il giorno in cui in seguito al massiccio attacco lanciato da migliaia di miliziani di Hamas la storia del Paese è bruscamente deragliata ed è uscita dai binari, messi pazientemente a punto per decenni dai Padri fondatori.
Assieme con essi è stato rimesso in discussione il mito dell’esercito, punta di diamante del meglio delle nuove generazioni sia per capacità tecniche sia per dedizione al Paese. E il mito dell’insediamento agricolo collettivista, di comunità impegnate a zappare la terra fino agli estremi lembi del Paese: “Il luogo dove l’aratro ebraico scava l’ultimo solco di terra, là passerà il nostro confine”, predicava un secolo fa Yosef Trumpeldor, uno degli eroi del sionismo. E poi anche il mito della coesione e della solidarietà nazionale di fronte alla cattura di ostaggi.
Questi e molti altri punti fermi dello Stato d’Israele (ad esempio, la propria autoproclamata definizione di ‘Start-Up Nation’, nel frattempo sbiaditasi) hanno barcollato sensibilmente quando alle 6.30 del mattino del 7 ottobre da Gaza è partita una pioggia di migliaia di........