L'editoriale/ La forza della politica estera italiana

L’occasione affrontata ieri dalla premier Meloni alla Camera e al Senato non era di quelle banali. I temi sul tavolo erano tanti e tutti a loro modo complicati, sicché ci si poteva aspettare un dibattito molto vivace. Lo si è avuto, ma più centrato sulla prosecuzione degli scontri tra maggioranza e opposizioni (plurale importante, visto che non sono riuscite neppure a fare una mozione comune) che sui grandi temi che verranno affrontati oggi e domani nel Consiglio europeo.

Temi con uno che domina: la posizione italiana sulla questione ucraina. Su questo Meloni ha detto cose importanti e su questo era sotto osservazione da parte delle cancellerie europee e dell’alleato americano. Naturalmente una certa attenzione, per la verità minore, quelle sedi la riservano anche alla postura delle opposizioni, che non sono realmente entrate in partita.

Bene, vediamo il nocciolo del problema. La premier ha preso posizione netta con un giudizio chiaro sulla responsabilità russa nell’avere creato la crisi e soprattutto nel volerla portare avanti unendo una politica di bombardamenti che colpiscono la popolazione civile all’avanzare “pretese irragionevoli” (testuale) per boicottare il raggiungimento di un accordo almeno di tregua lunga se non ancora di pace. Con questo Meloni esprime una sintonia con quanto detto lunedì dal presidente Mattarella agli ambasciatori, smentendo chi sa vedere e non vuole strumentalizzare sull’assenza di discrepanze fra il Quirinale e Palazzo Chigi sul posizionamento italiano in politica estera (vedremo tra breve che ciò vale anche per il Medio Oriente). La........

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