L'editoriale/ Il male oscuro da cui dobbiamo liberarci |
L’attentato di matrice più o meno jihadista che si è verificato a Sydney porta ancora una volta alla luce il male oscuro dell’antisemitismo che coinvolge tanto l’Occidente quanto il mondo islamico che da esso lo ha in gran parte ereditato, anche se poi gli ha dato una torsione peculiare.
Ciò che connota l’antisemitismo di oggi è indubbiamente il legame non solo genericamente col ricostituirsi di uno stato ebraico in Palestina, ma con la posizione dominante che Israele ha assunto nella regione, il che ha spinto una parte cospicua della sua popolazione e delle sue classi dirigenti ad un revanchismo messianico con connotati indubbiamente pericolosi.
La richiesta che viene da molti settori delle opinioni pubbliche responsabili è di distinguere fra giudizio da dare sulla politica israeliana, specie in quest’ultima fase, e la posizione da assumere verso il mondo dell’ebraismo internazionale sparso in molti stati e in linea di massima, ma specialmente nel mondo occidentale (a cui appartiene culturalmente anche l’Australia), integrato nelle diverse comunità nazionali.
C’è stato indubbiamente un passato in cui si è fatto fatica ad accettare come normale un popolo che manteneva vari aspetti per così dire di separatezza, non solo quanto a religione, ma quanto a costumi, lingua, cultura. Oggi, in una società non solo pluralista, ma basata su un individualismo di singolarità, che accetta che ognuno si comporti e la pensi, e si organizzi come vuole, dovrebbe essere singolare il ritorno all’espulsione di una componente di cui non si vuole accettare la peculiarità. Eppure è quanto........