E dopo quel 26 gennaio del 1994 nella politica italiana nulla è stato più come prima. «L’Italia è il Paese che amo, qui ho le mie radici...», diceva Silvio Berlusconi nel suo celeberrimo videomessaggio di annuncio della “discesa in campo”, di cui ricorre oggi il trentennale.
Una videocassetta Beta, il cui contenuto di 9 minuti e mezzo inaugurava una nuova stagione politica e comunicativa, destinata a segnare in maniera indelebile, nel bene come nel male, la storia nazionale.
Venne accolta principalmente con una scrollata di spalle dalla sinistra che riteneva di avere il vento in poppa dopo il quasi cambio di regime determinato da Mani Pulite e l’azzeramento della «Repubblica dei partiti».
E che, non avendo compartecipato al sistema di corruzione delle forze raccolte nel pentapartito, si vedeva già proiettata al governo del Paese nella nuova stagione inaugurata dalle inchieste di Tangentopoli in un clima di giustizialismo cavalcato poderosamente – una linea editoriale, vista col senno del poi assai paradossale, ma tutt’altro che tale in quel contesto – proprio dai media berlusconiani.
Contrariamente alle attese, come noto, la sinistra non avrebbe vinto in quel momento e avrebbe soprattutto mancato per molteplici ragioni l’appuntamento con la comunicazione (e la........