Titoli di coda, finale di partita, game over, scegliete voi la definizione che più vi piace per commentare la fine del governo Barnier, il più effimero della storia repubblicana della Francia del dopoguerra, e con essa il sole nero di un'eclissi permanente che implacabile si proietta sulla testa del suo presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, il cui gradimento nei sondaggi è ormai ai minimi storici, non oltre la soglia di casa sua, verrebbe da dire.
È attribuita a Luigi XV la frase «après moi le deluge», dopo di me il diluvio, ma quello che sta avvenendo in Francia è un diluvio in corso d'opera, di cui francamente non si riesce a vedere la fine. Sotto il profilo parlamentare, la sciagurata scommessa presidenziale delle elezioni anticipate del giugno scorso ha portato all'ingovernabilità, con l'aggravante che quella carta risulta ora bruciata e non più giocabile sino alla prossima estate.
L'ipotesi di ripresentare il premier uscente e sfiduciato, è insensata; l'idea che dopo aver cercato di pescare un appoggio a destra, si proceda ora con un candidato più a sinistra, non ha margini di manovra per una qualsivoglia maggioranza; l'idea di affidarsi a un governo di tecnici è........