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"Turetta? Ecco perché 75 coltellate non bastano per l'aggravante della crudeltà"

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05.12.2024

Nel giornata di martedì 3 dicembre, la Corte d'Assise di Venezia ha condannato in primo grado all'ergastolo Filippo Turetta, reo confesso di aver ucciso la fidanzata Giulia Cecchettin nella notte tra il 10 e l'11 novembre 2023. Nel computo della pena i giudici hanno escluso l'aggravante della crudeltà e dello stalking, riconoscendo invece la premeditazione del delitto. "Generalmente s'intende la crudeltà in un senso diverso da come viene interpretata dalla giurisprudenza. La crudeltà giuridica non è quella percepita nel sentito comune", spiega alla redazione de Il Giornale l'avvocato Francesca Florio, esperta di diritto penale, divulgatrice social e autrice di libri.

"Mi ossessioni". "Fondamentale la buonanotte". Le chat tra Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Avvocato Florio, sul piano giuridico che valore ha la condanna all'ergastolo di Filippo Turetta?

"Nell'ordinamento italiano l'ergastolo è la pena perpetua, la più grave a cui si possa essere condannati. Alcuni lo ricollegano al 'fine pena mai' però, di fatto, non è così. Inoltre si fa spesso confusione anche con il c.d. ergastolo ostativo, che viene applicato per altri reati, come ad esempio quelli associativi (i crimini di mafia). Per quanto riguarda l'ergastolo 'semplice' la legge prevede che il condannato non possa accedere a una serie di benefici, che sono invece contemplati per altri condannati, prima di un numero determinato di anni dal decorso della pena".

Che tipo di benefici? E quali sono le tempistiche?

"Prima dei dieci anni, un detenuto condannato all'ergastolo non può accedere a permessi a premio, ad esempio. E ancora, prima dei 20 anni non può ottenere la semilibertà. Infine prima dei 26 anni non può accedere alla cosiddetta liberazione condizionale, che ne implicherebbe la scarcerazione. Questi 26 anni possono diventare 21 per la c.d. buona condotta. E quindi, nel caso in........

© Il Giornale


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