Non sorprende che il partito filorusso al governo in Georgia abbia cantato vittoria prima ancora della fine dello spoglio delle schede. Né che la commissione elettorale centrale, controllata da «Sogno Georgiano» del premier Bidzina Ivanishvili, abbia confermato quella vittoria (con il 53% dei voti), mentre l'opposizione filoccidentale denuncia brogli e pressioni indebite di ogni genere sugli elettori per rendere possibile un risultato che rifiuta. A Tbilisi, infatti, si gioca una battaglia decisiva, che ha in palio da una parte il possibile accesso della Georgia al campo occidentale, dall'altra il ritorno nella sfera d'influenza della Russia.
Battaglia che è parte di un assai più ampio fronte, in quello che a Mosca chiamano «l'estero vicino», ovvero i Paesi ex sovietici diventati indipendenti dopo il crollo dell'URSS nel 1991, ma anche quelli che fino al 1989 avevano fatto parte, loro malgrado, dell'impero staliniano. Vladimir........