I tradimenti, gli stupri, la brutalità: Thomas Rung, l'incubo della Germania

I punti chiave

Infanzia e adolescenza Il primo omicidio Thomas Rung diventa un serial killer La violenza brutale L'arresto e la condanna

Il conto è di almeno 7 omicidi, ma secondo gli esperti potrebbe essere molto più elevato. È considerato uno dei serial killer più pericolosi del secondo dopoguerra, per la sua brutalità feroce, tale da sconvolgere anche gli investigatori più scafati. Thomas Rung ha sconvolto la Germania e anche una volta arrestato ha continuato, o quantomeno provato, a soddisfare le sue ossessioni.

Infanzia e adolescenza

Thomas Rung nasce il 3 gennaio del 1961 in un paesino della Bassa Sassonia ed è il sesto di otto figli. Il padre, Karl, è un alcolizzato molto violento, mentre la madre – stanca di soprusi e angherie – decide nel 1963 di lasciare l’abitazione insieme al primogenito. Il futuro serial killer, insieme ai fratelli, diventa bersaglio della rabbia repressa del padre e cresce in un ambiente malsano. Già durante l’infanzia mostra comportamenti antisociali: salta lezione, compie i primi furti, è violento.

Dopo aver conseguito la licenza elementare, Thomas Rung interrompe gli studi e si dedica ai piccoli furti. Sviluppa un carattere aggressivo e violento, sfogando sugli altri bambini le violenze patite a casa. Tra una malefatta e l’altra, viene assunto in un deposito di rottamazione di automobili e riesce ad allontanarsi dall’abitazione familiare, ma non cambia granchè. Nel febbraio del 1977, a 16 anni, ruba una pistola a un contadino ma viene subito pizzicato e condannato a svolgere dei lavori socialmente utili.

Thomas Rung sceglie di trasferirsi a Berlino Ovest e trova ospitalità nell’appartamento dell’amico di uno dei suoi fratelli. I due iniziano a collaborare in una serie di rapine, ma dopo pochi mesi finiscono nei guai e nuovamente in manette. L’amico riesce ad addossare tutta la colpa su Rung, che viene condannato a due anni di carcere minorile per furto e lesioni. Come evidenziato dall’esperto Ruben De Luca nel suo libro “Serial killer”, questo è l’ennesimo........

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