Il 25 novembre sarà il giorno della sentenza su Alessandro Impagnatiello, l’assassino di Giulia Tramontano e del bimbo che portava in grembo. Probabilmente verrà condannato all’ergastolo. Il 3 dicembre invece sarà il giorno della sentenza con rito abbreviato su Filippo Turetta, che ha ucciso Giulia Cecchettin a coltellate. È passato un anno dai due atroci femminicidi. Due casi estremi, che hanno pietrificato l’opinione pubblica italiana e sembrava avessero creato una sorta di spartiacque. Come se negli omicidi ci fosse un limite morale da non superare. Qualcosa in quelle due storie ha spinto a scendere in piazza, a dire “Mai più”. E invece.
Un anno dopo
Invece nulla è cambiato. Dopo Giulia e Giulia, c’è stata Aurora, gettata dal balcone dal fidanzatino minorenne. C’è stata Sara, uccisa con le forbici. E ci sono stati altri 80 casi. Solo una piccola parte è diventata una storia di dolore raccontata dalle cronache. Perché lei stava per laurearsi, perché aspettava un bambino, perché aveva scritto sul diario che se lo sentiva. O perché lui ha usato il topicida, aveva la faccia del bravo........